Galeotto fu il film “Qualunquemente” di Antonio Albanese.
Dopo averlo visto e dopo aver riso in modo esilarante… mi sono detta: ‘… ma è solo questa la mia Calabria?’
Mi sono rattristata e rammaricata!! Nonostante, sono una fan del comico e le sue gag televisive siano state da me sempre approvate, devo dire che il film, invece, in secondo momento mi ha suscitato rabbia; e vorrei muovere una protesta da calabrese per bene quale mi sento di essere.
Premettendo che ho senso dello humor e che, ripeto, come comico Albanese mi piace, con questo film devo dire che si è esagerato. La cosa che mi ha indignato e mi ha distrutto l’animo è che sia stata costruita una pellicola, non solo su di un personaggio e la sua vita, ma un vero e proprio film dove l’esaltazione di una realtà alquanto cruda, difficile e invivibile viene messa alla mercé di un pubblico, con scopi meramente lucrosi e che etichetta da sempre la mia terra. Da calabrese sono cosciente che quella è una realtà amara, che non vogliamo nascondere nulla, che ci ridiamo sopra e che vogliamo combatterla… ma è mai possibile che la morale di questo film è: la Calabria è questa e basta!
A vedere il film anche i luoghi sono tetri (invece, in Calabria ci sono posti bellissimi) e mentre la morale di un altro film dello stesso target ‘Benvenuti al sud’ è: “Quando vieni al sud piangi due volte una volta quando arrivi e un’altra quando te ne vai!” che rivaluta così la vita, il territorio e i campani che non sono solo quella parte brutta che tutti sanno ma sono anche quelli che nel film ti fanno vedere: gente conviviale e laboriosa.
Allora, Basta! La Calabria non è solo questo, e la tanta gente per bene è stanca di essere sempre nell’ occhio dei media solo e soltanto per questo motivo! Ecco che mi associo a condividere il pensiero di molti meridionali che formano gruppi, associazioni e quant’ altro per ‘solleticare’ le coscienze e far venir fuori la bellezza sociale culturale ed economica della nostra regione.
Tra le mille iniziative c’è una Comunità chiamata ‘In treno” legata ad una rubrica :riflessioni per tutti i giorni. Da qui, riporto semplicemente quello che io non avrei saputo spiegare meglio della mia terra, della mia gente e del mio Sud. La rubrica DUS: Il Sud visto al contrario!
“Rubrica di promozione del Sud Italia che funziona, che lavora, che costruisce, che vuole essere, che sa.
Quel Sud di cui non si sente mai parlare e che esiste, resiste e persiste! Stanchi di doverci vergognare per come ogni giorno il Mezzogiorno venga rappresentato all’opinione pubblica nazionale e mondiale; stanchi di veder rappresentato il Sud come il letamaio e l’inferno d’Italia e d’Europa; stanchi di sentir parlare solo del Sud violento, corrotto ed incapace, convinti che il progresso di una società passi anche dalla promozione dei suoi sforzi e dalla premiazione dei suoi meriti. Obiettivo: far emergere ciò che funziona ed eccelle, con molti sforzi, nel Sud Italia; non solo le cose che non vanno, come finora è accaduto in maniera quasi maniacale.
Ma l’altro Sud, quello che s’impegna, che lotta, che non si piega, che costruisce, che sogna, che spera; il Sud virtuoso, che è la maggior parte! Così facendo non vogliamo nascondere la realtà, ma dare voce a quella realtà positiva che è inabissata dalla mole enorme di notizie riguardanti fatti di cronaca (più che altro nera) di corruzione, di malfunzionamenti e di realtà negativa, che pur esiste ed è molto diffusa ma che a nostro avviso è sovra-rappresentata e soprattutto mitizzata da tutti. A noi che crediamo che il Sud non possa e non debba più essere considerato come una colonia, come uno scantinato, dove stipare le risorse e utilizzarle all’ occorrenza, ma come la vera opportunità di sviluppo dell’Italia del domani!”
Ho voluto scrivere questa mia solo con lo scopo di diffondere il mio e l’altrui pensiero, affinché si possa sempre più numerosi, chiedere rispetto e sostegno del nostro vivere ed operare nella nostra terra! Concludo con alcuni versi di Tommaso Campanella, che nonostante sia stato un eccelso ed erudito calabrese è stato anche un precursore dei tempi rendendosi uomo di pensiero dei nostri giorni con una grande voglia di riscatto e di onestà.
« Io nacqui a debellar tre mali estremi;
tirannide, sofismi, ipocrisia […]
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, segno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fomento hanno. »
T. Campanella, da Delle radici de’ gran mali del mondo
Teresa Sicoli.