– Parole Guerriere: X edizione, Seminari Rivoluzionari –
Sovranità, Italia, Europa: quale Unione?
In diretta dalla Camera dei Deputati con Dalila Nesci, Roberto Fico, Marco Guzzi, Andrea Cioffi, Alberto Bagnai.
Il 25 giugno scorso ho partecipato al X seminario di Parole Guerriere di Dalila Nesci e quando a parlare è l’umanità tutto sembra più chiaro e vicino. Il vero problema che attanaglia la nostra attuale società europea è il convivere civile tutti insieme. Da tante parole e da tanti trattati e dunque da fiumi di parole scritte e sottoscritte sembra che questa Europa sia una realtà costantemente esistita e dalla quale non si può recedere, altrimenti sembra di fare la cosa più terribile di questo mondo. Sicuramente bisogna essere lucidi e ragionevoli e non essere disfattisti e capire dove attingere nuova linfa per concretizzare un equilibrato continuum di sana unione che porta equità e solidarietà. Infatti, nel lontano marzo del 1957 è accaduto che i nostri presidenti, Re e Regine abbiano sciorinato le migliori intenzioni nel Trattato istitutivo della Comunità europea adottato a Roma e questo non bisogna negarlo: “[…]Sua Maestà il Re dei Belgi, il Presidente della Repubblica federale di Germania, il Presidente della Repubblica francese, il Presedente della Repubblica italiana, sua Altezza reale la Duchessa di Lussemburgo, sua Maestà la Regina dei Paesi Bassi, […] HANNO DECISO di creare una COMUNITA’ EUROPEA […]”.[1] ed anche ed ancora nel lontano febbraio 1992 hanno sottoscritto il Trattato sull’Unione europea adottato a Maastricht: “[…] Sua Maestà il Re dei Belgi, sua Maestà la regina di Danimarca, il Presidente della Repubblica di Germania, il Presidente della Repubblica francese, il Presidente della Repubblica ellenica, sua Maestà il Re di Spagna, il Presidente della Repubblica italiana, sua Altezza reale il Granduca del Lussemburgo, sua Maestà la Regina dei Paesi Bassi, il Presidente della Repubblica portoghese, sua Maestà la Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, […] HANNO DECISO di istituire un ‘UNIONE EUROPEA […]”[2].
Ora, senza riportare tutti i nobili intenti sottoscritti dai governanti del popolo europeo, mi domando come hanno elaborato e affrontato nel tempo le parole Comunità e Unione. Il mio pensiero al riguardo si orienta positivamente e non può esserci Europa se non ci sono comunità e unione. Le parole scritte e dette E DIVENTATE REGOLE E LEGGI EUROPEE hanno sempre un loro peso ed imprimono alle nostre vite ogni scelta quotidiana. Che cosa fare? Dove andare? Che cosa essere? Chi seguire? Che studi intraprendere? Che lavoro scegliere o accettare? Cosa mi piace fare o non fare? … e nel prendere una via piuttosto che un’altra si combatte ogni giorno contro le palesi ingiustizie generate anche da questa Europa. Pertanto, l’Europa cos’è? A mio dire è un concetto astratto, dove sono convenute tante menti con alti poteri e prestigiosi incarichi istituzionali e dove ad oggi dopo sessanta anni di processo (rivoluzionario, reazionario e/o addirittura pretenzioso e pretestuoso) non si è percepito nel popolo dei popoli la ‘vision’ e la ‘mission’ che volevano i cittadini protagonisti indefessi e forti (della polis intera chiamata Europa) e soprattutto percettori e fruitori dell’integrazione ad ogni livello, delle buone prassi e della tanto auspicata pace europea. Tutto ciò ad oggi non è accaduto, ecco perché parlo del concetto di astratto (concetto preso dall’arte e dunque l’astratto è l’opera in cui viene abbandonata l’arte come imitazione e si forma invece una rappresentazione che non mostra il mondo esterno) che prende forma da coloro che si ergono ad attori principali europei e che disegnano un quadro apparentemente bello ma ASTRATTO, appunto! Durante il seminario di Parole Guerriere ho percepito un senso comune di ribellione a tutto ciò che va contro il principio della libertà individuale e garantista della pluralità del bene comune dispensato a tutti gli strati sociali, culturali ed economici.
- Il Presidente della Camera Roberto Fico nel suo intervento ha tenuto molto ad affermare alcune parole che risuonano di semplicità, di vicinanza, di umano, di persona, di cuore. Parla di necessità, di sentimenti e di sapersi ascoltare che è la cosa più complicata che esista. La società europeista che viviamo, ha ribadito, è basata su una società individualista e dunque questa è un’Europa INDIVIDUALISTA, e per renderla più comunitaria bisogna rinunciare a qualcosa. Fare il bene della comunità è anche rinunciare al proprio ego e l’animale sociale vive relazionandosi e vive nel qui ed ora. Allora senza pensare al passato (solo nei termini positivi di avere cercato di costruire una buona base) pensiamo al futuro, agli interessi del pianeta, ad uscire dall’ individualismo, ad una nuova politica dei comportamenti e dei pensieri, ad una vera trasformazione: costruire una comunità che costruisce.[3]
- Il professor Alberto Bagnai afferma anche una visione olistica e soprattutto rapportata e integrata nell’ ambito dell’economia non come mero concetto tecnico ma anche come fusione di numeri e idee realizzabili. Il concetto di europeo è, secondo il professore, un’elaborazione del principio del bene comune nazionale. Non rinchiudersi nelle proprie certezze ed essere flessibili tende a mettere in concreto contenuti nell’ Europa comunitaria e non unitaria, altrimenti si rischia l’ ’ever closer’. Pertanto bisogna disertare regole che ai più sono irrazionali.
- Il senatore Andrea Cioffi esprime un concetto bucolico di come la diversità pervade il mondo e che tutti siamo un’onda e quando il tutto è calato nella quotidianità, s’intravede che siamo diventati un’onda di DATI. Questi dati attraversano l’intero globo divenendo traffico mondiale che dalle Americhe arriva alle Indie e che passa per l’Europa. Tutto un circuito che ci ha reso schiavi di questo millennio e ha fatto diventare l’uomo da schiavo del carbone e del petrolio a schiavo energetico. L’Europa deve e può pensare a fare l’Europa con un peso reale e potenziale e mettendo al centro l’uomo.
- Il Professor Marco Guzzi esplora un concetto che è divenuto un suo leitmotiv e cioè il pensiero unico della rivalutazione dell’uomo al centro dello scenario socio-culturale, economico e politico attraverso la rivoluzione guerriera e pacifica della libertà sociale. Lui afferma che hanno fatto di tutto per farci odiare l’Unione europea creando una mentalità separante e quindi non una comunità ma un’omologazione. Ci hanno fatto credere che questa era l’unica via dissentendo aprioristicamente il sano e tanto conquistato concetto di libertà e di comunità. La comunità che non impera e non distrugge ma che diventa missione di unione e di rispetto diventando l’iniziatrice della nuova era dell’umanità. L’Europa è un’idea dove il pensiero si costruisce con il bene che combatte da sempre il male e costruendo i laboratori fondamentali del pensiero positivo.
L’incontro di queste personalità è stato esplicativo perché ho rivisto e ascoltato in loro quel pensiero e quell’ intento che vive dentro di me e che è comune. Il sol fatto che sia comune apre quella porta dove entrare per costruire la vera comunità europea: il dialogo conscio e inconscio della felicità sociale nello spazio culturale, economico e politico che si materializza nell’ attuare i diritti sociali e il senso comune in una moderna e innovativa Europa. Un plauso mio personale a Dalila Nesci che ha portato con questi seminari il dibattito e la coscienza a interrogarsi sul comune concetto di libertà e felicità, ma soprattutto a mettere il punto per una nuova ripartenza e ricerca di quei valori che un tempo erano pregni di concretezza e oggi invece sono rivoluzionari e fortemente e nuovamente tornati in auge per la costruzione della pace europea.
Teresa Sicoli