La parola Benessere racchiude un concetto di rilevata importanza; la si può confondere con facilità associandola ad aspetti meramente economici.
In realtà il benessere è un indice economico dato dall’istruzione, dalla salute e dal PIL(Prodotto Interno Lordo) di un paese. Inoltre, il benessere economico porta con sé tanti fattori: la ricchezza, la distribuzione dei redditi, i consumi, l’andamento delle famiglie, il volontariato che formano la qualità delle vita.
Quando si parla di Benessere lo si associa al PIL pro-capite e invece ci sono, anche, fattori socio-economici quali la salute, il tempo libero, l’istruzione, l’ambiente che influenzano il nostro benessere e sono riconducibili nel concetto di felicità.
L’economista Easterlin ha appurato, attraverso lo studio e l’analisi statistica di andamenti di redditi tra paesi ricchi e paesi poveri, che all’aumentare del reddito non sempre aumenta la felicità, creando così un paradosso.
Il binomio reddito-felicità dipende, secondo Easterlin, da tre fattori: le aspettative e realizzazioni, i Beni comfort e i Beni stimolo, i Beni relazionali.
L’effetto del reddito sulla felicità viene valutato al netto dell’effetto di altri aspetti contaminanti come l’età, lo status familiare, la pratica religiosa, il lavoro svolto e altri. In conclusione, nelle società contemporanee, l’uomo si realizza allorquando la felicità aumenti il benessere e la qualità di vita.