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LA MAGNA GRECIA

La Magna Grecia

Ed è domenica.. con due arcobaleni

Si parte con la voglia di scoperta e di rendere la giornata ricca! La strada si apre verso il territorio di un presente che ci riporta al passato. Terra di Scolacium. Verde tanto verde, olive tante olive, poca gente e il resto è il parco archeologico di Scolacium e la Magna Grecia. Scolacium i luoghi di Cassiodoro, e un casale del 1800 dove si respira il lavoro, la mente, le mani, il cuore di greci, normanni, romani, bizantini e tanti altri. Ci incamminiamo quasi solitari nei resti e in un cielo con nubi chiare e pezzi di azzurro che ci accompagnano fino al primo pomeriggio. Un percorso semplice e pieno di ordine: tanti secolari alberi di ulivi sistemati con una precisione da rendere la vista lieta e soddisfatta di bellezza definita della natura.  Distese di alberi, distese di prati, distese di resti, distese di mura, distese di altri alberi e fiori che ci riportano a quando eravamo bambini: scorgere da lontano il rosso dei corbezzoli  sulla pianta ci fa palpitare e prenderli dall’albero per assaggiarli rimane un gesto di pura giovialità. Nel salutare il parco e la sua maestosità ci immergiamo un po’ furtivamente dentro la basilica che ci meraviglia con un tetto che non c’è!  Un tetto fatto di un cielo meravigliosamente infinito. Ci incamminiamo verso l’uscita e decidiamo di proseguire verso Stalettì e inforcando una stradina locale ci troviamo a scorgere un palazzo antico di fine ‘800, circa duemila anni fa casino Pepe. Iniziamo il nostro percorso a piedi per raggiungere la Tenuta Blandini. Arrivati incontriamo Peppino il custode e agricoltore della tenuta che ci fa entrare e ci dice che in casa ci sono i proprietari.. entrando nel cortile richiamiamo a tre voci il permesso.. mentre ci giriamo intorno ad una scala centrale che si divide in due accessi laterali e che richiama la sua tarda età e la sua nobiltà, su quelle scale appare una signora composta e accogliente e con un sorriso ci invita a salire in casa. Entrando ci accompagna a vedere dal balcone il panorama che si affaccia su una distesa della costa ionica e sulle montagne  e dove scorgere, in lontananza, anche Catanzaro città che sembra domini e arroccata sta lì a guardare il mare di un blu screziato dal vento e dal freddo. Rimaniamo a bocca aperta e lei ancora silenziosamente e con educazione infinita ci prepara una spremuta di arance, ci offre delle olive nere secche e il loro olio biologico di un acceso colore oro, e dulcis in fundo compaiono anche dei fichi secchi con le noci fatte in casa. E’ inutile dire che noi non abbiamo parole per la gentile accoglienza e per il loro cuore che ha colpito profondamente il nostro. Salutiamo e proseguiamo e arriviamo su di un piccolo monte, ci fermiamo su di una panchina rivolta verso le immense montagne e il mare blu e tra nuvole che disegnano ciò che la nostra creatività vede.. le nostre menti si intersecano con la natura e i nostri cuori si riposano ..e all’improvviso appare l’arcobaleno annunciato da un uccello che si impone con le sue grandi ali.

Tutto sembra scorrere con una tempra serena e anche calda, tiepida e piano piano un po’ più fredda che nella  strada di ritorno ci saluta con una leggera pioggia  e ci regala il grande nespolo, le olive, le arance, le pere selvatiche, il finocchio, il rosmarino, le ghiande, i corbezzoli, i cachi, i sorbi…la vita!